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Il 31 maggio 2021 Giovanni Brusca lascia la prigione, dopo aver scontato una pena di 25 anni. La sua uscita è così chiassosa, come lo è stato il suo arresto, il 25 maggio 1996. Quel giorno, un corteo di poliziotti, guidati dal capo della mobile Luigi Savina, entra nei cortili della Questura di Palermo: gli agenti sono incappucciati, con le armi lunghe in pugno e, sporgendosi dai finestrini delle auto, urlano di gioia: “lo scannacristiani” è in manette.

Il giorno della scarcerazione provoca l’effetto contrario: questa volta a urlare, ma allo scandalo, all’ingiustizia, sono i parenti delle vittime.

Tuttavia, non ci sono alternative: la legge lo ha catturato, la legge lo rimette in libertà. La detenzione è arrivata al termine, malgrado le decine di omicidi, per cui è stato condannato.

Inevitabilmente, si riapre la ferita della strage di Capaci.


CRIMINE • Storie Vere : un podcast Studio Minuit